Agitazione, ansia,
terrore, nausea. Insetti che si propagano nel cervello. Il respiro
che si fa affannoso. In profondità, qualcosa ancora lotta. Nel
dormiveglia artificiale, Mario si chiede: Sono tra la vita e la
morte?
“No, non lo sei,”
gli risponde Isabella, tendendogli la mano.
Mario perde
l’equilibrio. Tenta di aggrapparsi a sua moglie. Cade
nell’oscurità.
“Isabella!” urla.
“Ho paura! Aiutami!”
“Mario, vieni da me.”
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“Hai visto cosa hai
fatto? Il mio genio!” dice Isabella, ai cui piedi giace Roberto, al
guinzaglio.
“Lui è morto!”
esclama Mario, inorridito.
“Tutti stanno
morendo. Sei tu che li stai uccidendo!” Sorride, mostrandogli un
secondo collare: “Questo è per te. Lo vuoi, tesoro?”
“Isabella, tu non
sei...”
Mario si ritrova nella
cucina di casa. L’odore di uova e bacon è delizioso. Isabella è
ai fornelli.
“Isabella, siamo
tornati a casa?”
“Sì, amore mio. È
tutto finito. Ti sto preparando la colazione.”
Lui si avvicina.
Appoggia il capo sulla spalla di sua moglie e chiude gli occhi,
inspirandone profondamente l’odore. Inizia a sentirsi ebbro di
felicità. Lei si volta, gli prende la testa tra le mani e lo bacia.
Le labbra della donna
sono gelide. La lingua ha un gusto metallico. Le mani iniziano a
stringergli il capo. Mario apre gli occhi: al posto delle iridi verdi
di Isabella, due led rossi lo fissano.
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